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CENNI STORICI


Colle Sannita
Il Comune di Colle Sannita appartiene dal 1861 alla provincia di Benevento e dista dal capoluogo 37 chilometri. Paese di origine normanna, ebbe l’appellativo “sannita” soltanto nel 1862, appartenne a varie famiglie feudali, tra le quali la famiglia Di Somma che tenne il feudo per oltre due secoli fino all’abolizione della feudalità, lasciando un’impronta non indifferente nella storia collese. Nei primi quindici anni dell’ottocento e subito dopo l’Unità d’Italia ebbe triste fama come centro del brigantaggio in lotta contro i nuovi equilibri politici ed economici che andavano instaurandosi. Colle Sannita ha dato i natali ad eminenti uomini: il giurista Leandro Galganetti, segretario di Paolo V; Remigio del Grosso, poeta, matematico ed astronomo, professore di meccanica applicata all’università di Napoli; Francesco Flora, critico, redattore –capo della rivista “Critica” di Benedetto Croce, cattedratico di Letteratura Italiana a Bologna. Tra i monumenti artistici più preziosi si ricordano: la chiesa dell’Annunziata, la chiesa del Gesù, la chiesa di San Giorgio Martire, la chiesa della Madonna della Libera.
Oggi, la popolazione residente sul territorio ammonta a circa quattromila persone.
Degna di essere menzionata è la colonia di Decorata, frazione di Colle, perché unica nel suo genere su tutto il territorio nazionale, direttamente amministrata dai coloni, che godono di
particolari benefici previsti dal Regolamento Generale e soggetta a controllo prefettizio. La colonia abbraccia un fondo di ottantuno ettari, dei quali cinquantasette a bosco e ventiquattro a pascolo. E’ un’oasi di verde al centro della quale domina un laghetto artificiale, richiamo di numerosi turisti.


Castelpagano
Situato all’estremo lembo della Provincia di Benvenuto, nell’alto Sannio, tocca la regione del Molise. Il nome è stato sempre quello di Castel Pagano. Per la prima volta lo troviamo menzionato in epoca normanna e risulta infeudato nel catalogo dei baroni. Subirà una lunga serie di infeudazioni. Fece parte della provincia della Capitanata, poi passò al Molise e, nel 1861, alla provincia di Benevento.
Tra le testimonianze storiche ricordiamo: la gogna (colonna infame alla quale si legavano le persone colpevoli di vari reati), il Palazzo Ducale, la chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
L’aria è poco inquinata per la presenza di vaste zone boschive. Circa la metà dell’agro è coperto di boschi cedui di cerro. Il bosco più esteso è quello comunale, residuo della grandiosa selva che si estendeva dal Tammaro al Fortore. Rinomati sono i fagioli bianchi, le favette e le lenticchie. Nel bosco comunale è presente il cinghiale e qualche esemplare di lupo.
Nell’agro si possono trovare ancora testimonianze dell’antico Tratturo Regio, che collegava la Puglia con l’Abruzzo, quale via di passaggio per la transumanza.


Circello
Di origine molto remota, il borgo antico si sviluppa intorno al vecchio castello normanno-aragonese e alle chiese di San Nicola, di San Francesco e di San Rocco. Intorno alla rocca, nel 1496 furono sconfitti i francesi di Carlo VIII. Il feudo appartenne alle nobili famiglie dei Carafa e Di Somma.
Nella contrada Macchia fu rintracciata la " Tabula Bebiana " , attualmente conservata nel museo nazionale delle terme di Roma, documento storico di valore inestimabile.
Circello si è distinta nei secoli per fede e religiosità: ciò è testimoniato dal convento di San Francesco e da 11 chiese e cappelle funzionanti già nel 1690.
Tra gli uomini illustri ricordiamo: i duchi Di Somma, Nicola Tartaglia, Teofilo Petriella e Cristoforo Ricci. Il territorio comunale si allunga fino alle frontiere molisane, in un paesaggio vegetativo fra ulivi, vigneti, cerri, entro il quale si incontrano varie contrade: Campanaro, Casaldianni, Cese, Forcellata e Macchia.


Castelvetere in Valfortore
Non ci sono testimonianze certe sull'epoca in cui è stato fondato il paese, ma si presume che i romani vi fondarono una colonia ed edificarono il "Castrum" su una sporgenza di argilla. Le prime notizie storiche ci sono arrivate solo dopo il mille, all'epoca dei Normanni che denominarono il paese "Castrum Vetus" cioè " Castello Vecchio" e ciò dimostra la sua origine più remota.
La presenza nel paese di vicoli ciechi detti "Jaffii", denuncia l'influenza della dominazione saracena. Nel 1096 Castelvetere faceva parte della contea di S. Paoli Civitate, in seguito passò alla contea di S. Sofia di Benevento. Il paese risentì delle lotte fra Angioini e Aragonesi, in questo periodo il Papa Pio II diede facoltà al governatore di concedere il paese in " Enfiteusi " perpetua al medico Angelo Catone di Sepino.
Dal 1528 e fino alla fine del secolo appartenne alla famiglia Carafa, in seguito passò al dottore Solone e infine alla famiglia Moscatelli che vi rimase fino alla fine dell’800.
Nel 1811 il paese passò al Molise, con i feudatari Moscatelli, proprietari del palazzo Marchesale, situato al centro del paese e dichiarato monumento nazionale dal 1929.
Come tutti i paesi del Sud, nella seconda metà dell’800, non fu estraneo al fenomeno del brigantaggio (famosi briganti furono Carmine Donatelli detto “Crocco” e un appartenente
alla famiglia Lombardi, detto “Cola Cacciafumo”).

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